141° e 142° Reggimento, Brigata Catanzaro
Viene costituita l’1 marzo 1915, le operazioni di mobilitazione sono ultimate il 7 giugno, segue la partenza dalle sedi della Calabria via ferrovia per Udine. Il 12 si disloca tra Zugliano e Terenzano alle dipendenze della 28° divisione, si sposta poi sul Carso ed il 21 luglio è a Turriaco col X° Corpo d’Armata ed il 142° reggimento sostituisce in linea, presso Fogliano, il 32° e 48° fanteria. Il 25 luglio, II° Battaglia dell’Isonzo, il reggimento muove verso il monte Sei Busi, caposaldo austriaco: la resistenza avversaria non consente alle truppe di avanzare, l’azione viene ritentata il giorno dopo ed il 142° conquista diverse posizioni nemiche. Tocca ancora ai fanti della Catanzaro, il 28 luglio, rinforzati dal 123° reggimento e dal 4° battaglione Bersaglieri, di attaccare le trincee nemiche del Bosco Cappuccio; la battaglia si fa subito aspra, la colonna di sinistra penetra se pur faticosamente nelle difese nemiche, mentre quella di destra cozza contro una trincea blindata ed è costretta a fermarsi. L’azione viene ripetuta nei giorni seguenti senza successo, pur superando due linee di difese i fanti ne trovano una terza intatta, che costringe i superstiti a rientrare ai luoghi di partenza. Intanto il 141° reggimento, che era di riserva a Fogliano, viene spostato nel settore Sdraussina – sella di San Martino del Carso con l’ordine di occupare la quota 150; l’assalto alla baionetta riesce a far sloggiare dalla prima linea di trincee gli austriaci, i successivi contrattacchi sono respinti e l’azione prosegue verso Bosco Cappuccio per raccordarsi col 142° che da giorni vi combatteva. Le posizioni conquistate vengono mantenute e consolidate fino al 27 agosto, quando la Brigata riceve il meritato turno di riposo.
Rientrata in linea in ottobre nelle medesime posizioni, la Catanzaro il giorno 21, III° Battaglia dell’Isonzo, muove verso l’abitato di San Martino del Carso; l’azione si spezzetta in combattimenti isolati, viene così a mancare il sostegno reciproco tra i due reggimenti, il 141° progredisce superando numerose trincee nemiche, mentre il 142° è bloccato appena fuori la linea di partenza. Ancora il 23 ottobre, contando sull’appoggio dei battaglioni della Brigata Caltanissetta, la Catanzaro attacca a fondo la sella di San Martino del Carso: il successo sembra raggiunto quando si scatena un bombardamento micidiale, seguito dal contrattacco austriaco in forze che costringe i reparti italiani a ripiegare su tutta la linea. Altri attacchi, col concorso della Brigata Regina, sono portati nei giorni seguenti sino al 5 novembre senza successo. Duramente provata, la Brigata viene fatta rientrare alle sedi di riposo per riorganizzarsi ed attendere i complementi.
Nel gennaio 1916, fattasi grave la minaccia austriaca al valico di Oslavia, la Catanzaro sostituisce in prima linea il 35° fanteria della Brigata Pistoia, riuscendo ad arginare l’avanzata nemica; tornata sul Carso, concorre ad azioni dimostrative per agevolare attacchi al San Michele ed al Podgora, mentre in maggio viene trasferita sull’Altipiano d’Asiago, nel settore Longatico-Maganaboschi. Durante tutto il mese essa è impegnata in duri scontri col nemico, Strafexpedition ( 15 maggio – 18 giugno 1916) sul monte Interrotto, in val Frenzela, sul Mosciagh, in val di Campomulo, contrastando sempre con fermezza gli attacchi austriaci. Il giorno 29 maggio, fattasi drammatica la situazione sul monte Cengio, ultima barriera prima della pianura veneta, il 142° fanteria viene inviato di rinforzo alla Brigata Granatieri, col 141° schierato a monte Belmonte. Nei giorni seguenti la pressione nemica sul Cengio si fa insostenibile e la Catanzaro arretra combattendo verso monte Pau e la Val Canaglia, assestandosi sulla linea di massima resistenza fino al giorno 7 giugno, quando è rilevata dalla Brigata Forlì.
Dopo un breve turno di riposo, in luglio la Catanzaro torna in trincea tra San Martino del Carso ed il paese di Peteano. Iniziatasi la VI° Battaglia dell’Isonzo, il 6 agosto concorre alla conquista del monte San Michele, proseguendo poi l’azione sul rovescio verso il paese di Cotici ed il Brestovic sull’orlo sud-est del pianoro carsico e, sulla nuova linea del fronte, la Brigata occupa in settembre il tratto Ferletti-Case Bonetti. La VIII° Battaglia dell’Isonzo vede i due reggimenti impegnati contro la quota 206, il Nad Bregom, Hudi Log e Lukatic; in questo settore del fronte la Catanzaro rimane sino a fine anno. Nel maggio 1917, X° Battaglia dell’Isonzo, la Brigata è ancora in linea nelle precedenti posizioni, il 23 riceve l’ordine di attaccare: il paese di Lukatic viene preso alla baionetta, i contrattacchi nemici tutti respinti, la quota 219 ed il paese di Selo nel Vallone sono raggiunti nonostante il fuoco di sbarramento dell’artiglieria e delle mitragliatrici nemiche. Per le perdite rilevanti la Catanzaro ai primi di luglio, è mandata a riposo a Santa Maria la Longa. Qui la notte tra il 16 ed il 17 luglio, avviene la rivolta dei fanti che si rifiutano di tornare in linea, l’ammutinamento ha un epilogo tragico e ben 28 soldati sono condannati alla fucilazione sommaria.
Iniziatasi l’XI° Battaglia dell’Isonzo (17-31 agosto 1917), alla Catanzaro viene dato l’ordine di aprirsi la strada verso il Timavo e San Giovanni di Duino per tentare l’aggiramento del monte Hermada, l’ultimo baluardo austriaco sulla strada per Trieste; il 142° riesce ad arrivare ad un centinaio di metri dal paese, mentre il 141° occupa una dopo l’altra le posizioni nemiche a cavallo della ferrovia adriatica sino ad arrivare al grande viadotto di quota 36. Ai primi di settembre, gli austriaci operano un poderoso contrattacco sorretto dalle artiglierie, gran parte delle posizioni conquistate sono perdute, il 142° resiste ad oltranza sulla quota 145 nord di fronte a San Giovanni, il paese di Flondar è ripreso alla baionetta con l’aiuto dei reparti dell’Arezzo e Toscana. Tornata a riposo, la Brigata Catanzaro riceve l’ordine di spostarsi nel settore degli Altipiani, tra Arsiero e l’Astico, poco lontano dal monte Cengio, difeso eroicamente a fine maggio 1916. A luglio del 1918 è in linea tra il Pria Forà ed il Novegno, dove s’infranse l’ultimo tentativo di sfondamento austriaco durante la Strafexpedition, rimanendo nelle dette posizioni sino al 29 ottobre, Battaglia di Vittorio Veneto, quando viene spostata sul basso Piave dove la raggiunge l’armistizio del 4 novembre 1918.
Alle bandiere di guerra del 141° e 142° reggimento vennero concesse due Medaglie d’Argento, una per ciascun reggimento, la Brigata ebbe anche 2 citazioni sui bollettini del Comando Supremo. Tre ufficiali ricevettero la Medaglia d’Oro al Valor Militare, altri 2 l’Ordine di Savoia. Le Medaglie d’Argento distribuite agli uomini della Catanzaro furono 152, quelle di Bronzo 204. Le perdite furono in linea con l’onore dimostrato sul campo: 17500 soldati tra morti, feriti, dispersi.
Paolo Antolini
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