Soldato Costalunga Giovanni, 51° Reggimento Fanteria.
Soldato Costalunga Giovanni, 51° reggimento fanteria.
Il nome scandito sotto il cielo di Cividale del Friuli, seguito dal rintocco della campana, e le gambe che un po’ tremano, mentre sale un groppo alla gola e le lacrime restano imprigionate nel nostro cuore. Emozionata mia mamma, accompagnata da mio fratello, è andata a ritirare la medaglia in ricordo di quel nonno mai conosciuto, ma non per questo meno amato.
Era il 22 febbraio del 1916 quando mia nonna Maria, che allora aveva solo tre anni e mezzo, dice di aver visto suo padre alla finestra e di aver descritto minuziosamente a sua madre l’uniforme che indossava. Ma il mio bisnonno Giovanni, non era quel giorno a Bressanvido, non era lì con la sua tanto amata famiglia, con la moglie Antonia e la figlia Maria. Stava morendo in un ospedale da campo, dopo quattro giorni d’agonia, a seguito di una ferita al cuore.
La sua medaglia d’oro come tiratore scelto l’aveva portato, dopo la campagna a Tripoli, a combattere in prima linea per prendere possesso della cima del Col di Lana,occupata dagli austriaci.
Non è più tornato, come tanti altri soldati, ragazzi che come lui hanno combattuto per difendere la nostra Patria.
E per molti anni non si è saputo dove fosse sepolto. I genitori, la moglie, la figlia, non sono mai potuti andare a mettere un fiore sulla sua tomba.
Ma nessuno l’ha mai dimenticato. Ricordo mia nonna che mi raccontava spesso di suo papà, diceva che era un brav’uomo, di fede, che cantava nel coro della chiesa. A novant’anni, lei tornava ad essere la bambina innamorata di un papà che non ha mai potuto vivere.
Dopo tanti anni di ricerche, finalmente, nel 1989, grazie all’aiuto del nostro caro amico Enrico Bombardini, abbiamo scoperto dove riposa il nonno Giovanni, nel sacrario militare di Pocol, a pochi chilometri da dove,tragicamente,ha perso la vita.
Che gioia per mia nonna sapere finalmente dov’era il suo papà.
E, anche se non è potuta andare fisicamente al cimitero perché i suoi problemi di cuore non glielo permettevano, è stata comunque un’emozione forte per lei vedere le foto che figli e nipoti le hanno portato della tomba di suo padre. È per questo che abbiamo fatto richiesta per la medaglia commemorativa che, gentilmente, i fanti di Cividale del Friuli, nella persona del loro prezioso presidente Carlo Dorigo, ci hanno donato in occasione del centenario della disfatta di Caporetto e del crollo del Ponte del Diavolo.
Come diceva Ugo Foscolo, nessuno muore mai se continua a vivere nel ricordo dei suoi cari. E noi vogliamo continuare a far vivere la nonna Maria e il suo amato papà.
Ciao nonno Giovanni.
Samanta Perdoncin