Carcano modello 1891: il fucile che ha fatto l’Italia
Il fucile Carcano modello 1891 è sicuramente il più noto fucile da fanteria italiano di tutti i tempi. Il suo aspetto iconico e l’alone leggendario che lo avvolge lo ha fatto divenire quasi un simbolo del nostro esercito e di tutti gli italiani appassionati di armi e di tiro; a molti però è sconosciuta la storia che ha portato alla sua concezione e progettazione. E’ per questo, quindi, che colgo l’occasione con questo articolo di narrarvi l’origine dell’arma che ha accompagnato i nostri fanti dal gelo dei picchi alpini, all’arsura della pianura africana.
Genesi e progettazione:
Prima di iniziare a parlare del progetto Carcano e di come esso prese forma, mi sembra doveroso contestualizzare gli accadimenti in questione, ci troviamo, infatti, in un periodo di grandi evoluzioni per quanto riguarda l’industria armiera: nella seconda metà dell’800 compaiono i primi bossoli metallici a percussione centrale, i quali diverranno uno standard mondiale per l’alimentazione delle armi da fuoco; nel 1883 Eduard Rubin, maggiore dell’esercito svizzero, dopo numerosi esperimenti giunge all’invenzione dello “small caliber rifle” ( letteralmente “fucile di piccolo calibro”) la cui caratteristica principale è una pallottola allungata formata da un cuore di piombo e da un rivestimento di rame, nasce quindi la camiciatura dell’ogiva, la quale impedisce lo smembramento del proiettile quando sottoposto ad alta velocità, inoltre riduce i residui di piombo nella canna permettendone una migliore conservazione ed una riduzione dell’usura. L’invenzione della camiciatura, accoppiata con la sintetizzazione della polvere infume da parte di Paul Marie Eugéne Vieille nel 1884, permise la progettazione di una munizione con traiettoria più rettilinea delle precedenti, con una gittata più ampia e con peso ridotto. Di queste invenzioni sono figlie la maggior parte delle armi da fuoco portatili della seconda metà del XIX secolo, tra le quali si trova anche il nostro Carcano. Ora che abbiamo discusso la situazione europea, spostiamoci in territorio italiano: il Regio Esercito aveva adottato come prima arma a bossolo metallico il Vetterli modello 1870 a colpo singolo, esso fu poi modificato nel 1887 con un caricatore alimentabile con quattro colpi, ricevendo la denominazione Vetterli-Vitali 1870/87. Il Vetterli-Vitali ebbe un ruolo primario durante le guerre nel corno d’Africa, a decretare la sua fine furono le recenti disfatte italiane nei conflitti coloniali, gli alti comandi erano fermamente convinti che questi insuccessi fossero dovuti al fatto che durante le battaglie fossero sempre terminate le munizioni (tesi non del tutto veritiera), un’altro fattore di spinta provenne proprio dalla nostra acerrima nemica: l’Austria Ungaria, la quale aveva adottato, nel 1890, la carabina Mannlicher M. 1890 camerata per il nuovo calibro infume 8 x 50 mm R.
Nel 1890 una commissione fu quindi formata sotto il controllo del generale Gustavo Parravicino. Dopo mesi di discussioni e di numerose valutazioni, si decise di seguire l’esempio svizzero e di adottare una cartuccia in calibro più piccolo rispetto alle altre potenze dell’epoca, questo rendeva le munizioni più leggere e più potenti, conferendo al proiettile una gittata maggiore. Il 6,5 x 52 mm Carcano fu adottato ufficialmente il 18 aprile 1890, ora si doveva trovare un fucile adatto a camerarla. Si indisse quindi un’altra commissione, questa volta della Armi Portatili della Scuola di Tiro di Fanteria di Parma, la progettazione e la produzione del nuovo modello fu assegnata alle stesse fabbriche di armi dello stato, alle prove di tiro si contrapposero, tra i favoriti, due esemplari, il primo proveniente dalla Fabbrica di Armi di Torino (messo a punto da Salvatore Carcano, già progettista del Carcano M. 1867, adottato dall’Italia ben prima del Vetterli) e il secondo originato dalla collaborazione tra le fabbriche di Terni e Torre Annunziata, Torino fu vincitrice. Il 4 marzo 1892 il Carcano modello 1891 lungo divenne ufficialmente il fucile standard della fanteria italiana, di seguito furono adottati il moschetto da cavalleria (15 luglio 1893) e la carabina T.S. (6 gennaio 1900). Il mod. 91 e le sue varianti servirono l’esercito italiano fino al 1945, mentre servì la Polizia di Stato fino agli anni novanta per il lancio di granate fumogene.
Caratteristiche generali e funzionamento:
Marchi e simboli:
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Carcano_Mod._91
http://www.regioesercito.it/armi/armi_portatili/fuc-91.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Pallottola
https://www.marcosalvatoredipietra.it/blog-marco-salvatore-di-pietra/armi-e-balistica/item/4-il-bossolo-metallico-uno-dei-componenti-fondamentali-delle-moderne-cartucce-per-armi-da-fuoco
https://it.wikipedia.org/wiki/Pallottola_incamiciata
https://it.wikipedia.org/wiki/Polvere_infume
https://it.wikipedia.org/wiki/Mannlicher_M1890
https://it.wikipedia.org/wiki/Vetterli-Vitali_Mod._1870/87
https://it.wikipedia.org/wiki/6,5_%C3%97_52_mm_Mannlicher-Carcano
Leonardo De Antoni